Accudidda Società Agricola
Make Me Italy ha scelto Accudidda per:
- La realizzazione di un prodotto unico al mondo
- L’incontro sublime tra culture, tradizioni e territori
- L’artigianalità, la cura, l’autodeterminazione rispetto alle logiche dei mercati
- La filosofia della valorizzazione di una terra e dei suoi prodotti senza compromessi
A Sennori, nella valle di Santu Pedru, Fabio D’Uffizi e sua moglie Annalisa coltivano una vigna impiantata nel 1962 con uve Pascale e, in minima parte parte, Taloppo, Italia, Moscato.
LA SAPA
Con il mosto derivato dalla vendemmia, essi producono la sapa che, in Sardegna, cremosa come una marmellata, è tradizionalmente destinata ad essere ingrediente nella produzione dolciaria.
Fabio e Annalisa, invece, “ne fanno un liquido denso e scuro capace di far esplodere nelle sue gocce, da centellinare per condire una enorme varietà di pietanze, una storia d’amore per la terra, per le terre d’origine e d’elezione, per il meticciato e la mezcla, per la vite e il mosto, per gli umani che assaggeranno questo nettare e che non è detto che tutti e sempre meritino di godere di tanta bontà” (Antonio Canu).
Fabio e Annalisa raccolgono l’uva, coltivata nel rispetto delle rigorose regole della biodinamica applicate in modo integrale; poi avvengono la diraspatura dei grappoli – ma un terzo dei raspi tornerà ad immergersi nel tino e a passare per il torchio per dare un importante contributo di gusto, struttura e sostanze conservanti – la torchiatura, la cottura del mosto per due giorni in una speciale pentola con termostato, durante la quale, evitando la caramellizzazione, si ottiene la riduzione ottimale fino al 25% del volume iniziale. Infine, l’imbottigliamento, senza alcuna aggiunta di additivi, correttivi o solfiti, e l’etichettatura delle poche centinaia di bottigliette prodotte..
“Il risultato ha del miracoloso.
La goccia cade viscosa e pare color inchiostro ma sia apre subito alla luce mostrando nuances color foglia di tabacco colorado scuro.
Note di prugna cotta e sentori d’oriente tornano in bocca dove, dopo un inizio dolce, subito il gusto si apre infinito con una corroborante acidità e una freschezza che duella con sensazioni caramellate ed echi di cottura” (Antonio Canu).