Cantine di Orgosolo
Make Me Italy ha scelto Cantine di Orgosolo perché:
- Rappresentano un modello unico di applicazione virtuosa di una filosofia di collettività.
- I luoghi di produzione, incontaminati, sono sottoposti a lavorazioni tese a preservare fertilità biochimica e riserve idriche del suolo.
- La società indirizza i suoi sforzi alla conservazione del patrimonio varietale dei vigneti centenari.
- Il popolo di Orgosolo condivide e promuove una cultura millenaria di convivenza euritmica in seno a se stesso e con la natura.
- I vini naturali prodotti esprimono senza filtri la verità e la potenza del territorio.
Un gruppo di piccoli produttori, ciascuno con una propria storia ed esperienza produttiva alle spalle, costituiscono nel 2007 la società Cantine di Orgosolo e da allora selezionano le migliori uve Cannonau provenienti dai propri vigneti, per produrre insieme, in maniera artigianale, vini autentici, complessi, fortemente legati alla tradizione del luogo.
Orgosolo, famoso per le antiche usanze, per i suoi murales e il Supramonte, simbolo dello straordinario ambiente naturale che lo circonda, non è solo il centro della Barbagia; esso è il cuore pulsante della Sardegna e uno degli ultimi baluardi di uno specifico sentire premoderno che pone il dèmos al centro della società e delle attività correlate in spregio alla proprietà privata, al capitalismo e ad ogni forma di oligarchia moderna.
Non a caso, il comune di Orgosolo rimane un rarissimo esempio di applicazione virtuosa dell’uso civico, un diritto di godimento collettivo dei beni della comunità, compresi i terreni.
Conosciuto come il paese dei murales, è uno dei comuni più estesi della Sardegna interna.
Così, dal sentimento della condivisione, dell’amicizia e dell’altruismo nascono vini comunitari: i vigneti, incastonati a diverse altitudini in paesaggi incontaminati e magici, danno uve dolci e robuste. Raccolte a mano, arrivano in cantina all’interno di piccole cassette a seguito di cernita per una ulteriore selezione dei grappoli, che segue quella già effettuata in vigna; vengono convogliate all’interno della macchina pigiadiraspatrice ove avviene, in modo soffice, il distacco degli acini dai raspi e la loro spremitura.
L’uva pigiata viene trasferita all’interno dei vinificatori da 50 hl, ove a seguito dell’aggiunta di dosi ridottissime di metabisolfito (5 grammi/q.le), prende avvio la fermentazione ad opera di lieviti autoctoni.
In fase di fermentazione viene effettuato un attento controllo della temperatura. Stessa attenzione viene posta nella effettuazione dei rimontaggi e delle follature, facendo in modo che la massa di vinacce e mosto sia esposta alla giusta ossigenazione. Il tutto segue un percorso naturale: la durata della fermentazione varia da 2 a 3 settimane, dopodiché si procede con la svinatura e successiva pigiatura “dolce” delle vinacce.
Dopo una prima sfecciatura, i mosti, a seconda del loro pregio, vengono convogliati all’interno di contenitori in acciaio inox, in cemento, oppure in legno.
IL TERRITORIO
Il territorio è caratterizzato dall’aspro e selvaggio altopiano del Supramonte: 50 chilometri quadrati di natura incontaminata con la foresta primigenia di lecci fra le più grandi d’Europa: Sas Baddes.
A valle del paese si estendono invece le alte colline di Sorasi e l’assolato pianoro di Locoe, terreni da sempre vocati all’ agricoltura, in prevalenza vite e olivo. Da questi due areali, terre di natura granitica, provengono le uve per la produzione dei vini.
I MURALES
Orgosolo è anche il paese dei murales. Il primo murale nasce quasi per caso e rappresenta una “squilibrata bilancia della giustizia”. Fu realizzato per mano di un gruppo di anarchici milanesi riparati in Sardegna negli anni della contestazione studentesca (1968).
È tuttavia nei primi anni ’70 che nasce in modo organico il fenomeno del muralismo per iniziativa di un giovane insegnante senese, Francesco Del Casino, trapiantato a Orgosolo, dove aveva accettato la cattedra di docente di educazione artistica nella locale scuola media. Il lavoro di Del Casino, assecondato dai suoi alunni e imitato da altri artisti, trasforma le grigie mura delle case di Orgosolo in colorate raffigurazioni: i temi sono diversissimi: dagli argomenti di denuncia sociale, alle questioni politiche, culturali, ambientali. Oggi è una specie di “giornale murale” a cui gli orgolesi restano attaccatissimi e che viene visitato da migliaia di turisti ogni anno.
LA SETA
Altra peculiarità di questo centro è la produzione della seta, probabilmente una delle espressioni più alte dell’artigianato Orgolese.
L’attività dell’allevamento del baco e della tessitura è da sempre finalizzata a realizzare Su Lionzu, il copricapo del caratteristico costume femminile orgolese.
I VINI
Posti ad altitudini differenti in areali di elevato pregio ambientale e coltivati direttamente dai soci, i vigneti hanno dimensioni medie di poco superiori all’ettaro di superficie. Il vitigno coltivato è il cannonau.
La forma di allevamento maggiormente diffusa è quella ad alberello accompagnata dal cordone speronato con numero ridotto di gemme per pianta.
Le lavorazioni svolte tendono a preservare fertilità biochimica e riserve idriche del suolo.
La società ha da subito orientato i suoi sforzi alla conservazione del patrimonio varietale dei vigneti centenari, pertanto, il materiale vegetativo dei nuovi impianti è lo stesso dei vigneti più antichi.